martedì 21 febbraio 2012

UNA CORNICE DI...



Tanto perchè mi piace "rimembrare"... la mia piccola casetta, un tempo BLU, era appartenuta alla nonna e visto il suo amore incondizionato verso la sua unica nipotina, aveva creduto bene di lasciarmela con le sue tegole un tempo ROSSE ormai crepate, i balconi BIANCHI completamente da rifare, l'inferiata BIANCA, i suoi quasi 50 gatti e tutto quello che ci girava intorno... ettari e ettari di campi dove da bambina scorrazzavo con i miei capelli BLU (tinti da mamma) che ondeggiavano al vento. Sembra l'immagine della casa nella prateria, ma per me sembrava più il Paese delle Meraviglie di Alice, dove io ci trascorrevo tutte le vacanze.
La nonna aveva il grande pregio di sapere rendere diverso e unico ogni giorno che trascorrevo nella piccola casa BLU.
La sua casa era un pò come la borsa di Mary Poppins. C'era tutto quello che desideravi; bastava esprimere un desiderio e la cosa che tanto desideravi si materializzava in quel magico posto. Magari la trovavi dopo giorni, magari dopo un'ora, magari era proprio dietro a te, dove avevi cercato affannosamente fino ad un attimo prima; ma quello che importava è che prima o poi, "la casa" te lo faceva trovare.
Ma la nonna non aveva sempre vissuto qui. Lei veniva da un altro mondo. La sua pelle non era BIANCA come il latte come è la mia. Lei aveva degli splendidi occhi BLU (quelli di Aky) incorniciati da una pelle colore dell'oro (come quella di OSI) e che profumava di cocco (come BI). Nonostante gli anni... io mi incantavo a guardala, quanto era bella.
Lei aveva tanti pregi, moltissimi difetti, faceva tante cose strane e aveva una fissa... raccoglieva cose strane. Insetti, sassi, conchiglie, gusci, ali di insetti... beh li custodiva gelosamente in grandi barattoli di vetro di tutte le forme e dimensioni posti in una polverosa mensola della cucina.
Un barattolo enorme... gigante, in particolare, attirava la mia attenzione... quello tondo, là sulla destra, dietro a tutti con un bigliettino ingiallito attaccato con lo scotch che riportava questa data "1938".
"Vedi Taffy, quello non lo devi mai toccare; quelli sono i resti di tante chiocciole; tra tutti gli oggetti che possiedo sono quelli  di cui io sono più gelosa; li trovai nel 1938; l'estate in cui piovò tantissimo... l'estate in cui conobbi il nonno... l'estate in cui le trovai nel posto in cui incontrai il nonno in un giorno piovoso. Fu amore a prima vista... del nonno e di questo miracolo della natura."
Era impensabile sperare, anche solo lontanamente, che io ci potessi mettere le mani. Ma le dovevo toccare, a tutti i costi... peccato che lo feci nel peggiore dei modi: facendo cadere tutta la mensola, con tutti i preziosi "oggetti raccolti" dalla nonna.
Lei si limitò a non parlarmi per 2 giorni interi, il tempo di rimettere tutto a posto. Ma da allora, del vecchio enorme vaso, con l'etichetta ingiallita, con scritto "1938" non ne fu più traccia. Nonna lo aveva nascosto. Passai molte estati alla ricerca di quel tesoro, ma sembrava che la casa non esaudisse più i miei desideri. Sembrava che la nonna avesse fatto un sortilegio su quel vaso. 
E così, dopo anni e anni, quale occasione migliore di trovarlo se non quella di ristrutturare la vecchia casa della nonna? Ma dalla vecchia casa non ne uscì nulla. Dalla vecchia casa.... però... io non avevo mai guardato "fuori dalla vecchia casa".
Davanti alla casa c'era una vecchia siepe malata che circondava la proprietà.Li mi ci nascondevo quando non mi volevo fare trovare perchè era folta e a tratti impenetrabile se non che da un bambino. Era il mio posto segreto. A malincuore presi la decisione di sradicarla, ma soffriva, e ormai, della folta chioma era rimasto solo il ricordo di qualche secca foglia attaccata qua e là.
La vecchia siepe venne sradicata e date alla fiamme. Nemmeno le mie lacrime bastarono a spegnere quel grosso falò che avevo nel cuore.
Una volta tolta dal terreno, però, rimasi incantata da quello che nascondeva la vecchia siepe: una distesa di gusci abbandonati di chiocciole di tutte le dimensioni! Sembravo impazzita dalla felicità, tanto che il giardiniere mi aiutò a riempire i sacchetti con quei fragili miracoli della natura. In casa li lavai e lucidai (con vernice). Erano ancora integri... erano i gusci che avevo cercato per 20 anni. Erano ritornati a me... 
Mi convinsi che non mi era concesso relegarli dentro un grande vaso di vetro riposto in una mensola che si guarda solo quando la si va a spolverare. Ci feci una meravigliosa cornice che appesi in quella piccola casa, un tempo BLU, e che non si era dimenticata del desiderio espresso da una bambina tanti anni prima... bastava solo aspettare... e cercare!


3 commenti:

  1. Che idea geniale realizzare una cornice originalissima con le chiocciole così care alla tua nonna!!!
    Quanta poesia nelle tue parole!!!

    Baciii
    Cri&Anna

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  2. Vorrei tanto un giorno essere come la tua nonnina.. avere una casina magica.. e tanti bei ricordi!
    la tua/sua cornice è davvero molto bella e sarà orgogliosa della tua creazione!

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  3. Che bella questa storia...e che bella la cornice!!!
    Un sorriso e..grazie per la tua visita!

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