mercoledì 9 ottobre 2013

e di NUOVI sogni...

"Posso confessarti una cosa?"
"Certo..."
"Sono felice di averti qui, mi sento meno sola"
"Ma non sei da sola. Ci sono i tuoi bambini, la tua casa, i tuoi genitori, i tuoi fratelli, Nist..."
"Clear... i miei genitori sono praticamente in giro per il mondo 364 giorni all'anno; hanno sgobbato per una vita per allevarci ed è giusto che si godano la pensione. I miei fratelli sono un casino... hanno mille impegni, e se non esistesse il telefono non sò cosa sarebbe del nostro rapporto.Nist.... Nist non fa che lavorare e la compagnia e la costante presenza dei miei bambini non sono sufficienti per non sentirmi così oppressa dalle responsabilità".
"Ne hai mai parlato con lui?"
"Parlato? Ma scherzi? Abbiamo 3 figli, un mutuo da pagare per i lavori di ristrutturazione, io porto a casa quel poco che mi concede il mio lavoro di sarta che non è molto e non posso permettermi di lamentarmi... nutro il sogno che prima o poi le cose cambieranno. Lui potrà mandare a quel paese il suo capo che lo fa correre da una città all'altra e lo tiene lontano da casa anche per giorni e finalmente realizzerà il desiderio che aveva prima di imbattersi in me, in questa casa, in questa vita".
"Ma lui è molto felice della sua vita"
"Glielo hai mai chiesto Clear? Lui  felice, forse si, ma è stanco, demotivato"
"Stai serena... io rimarrò qui fino a quando avrai rimesso a nuovo la rimessa"
Era sera tardi quando me ne andai a letto e mi resi conto che l'impresa di riordinare quel buco mi stavano rendendo una di quelle persone depressa da cui mi ero sempre tenuta alla larga. La chiaccherata di quella sera ne era la prova e non doveva ripetersi. Io non ero una "pappamolla"... io ero ben altro. Sarà stato il caldo? Sarà stato il duro lavoro fisico a cui non ero abituata? Sarà stata la presenza rassicurante e materna di Clear? Non lo sapevo, ma di certo, dovevo darmi una bella scrollata. La notte passò, così come erano passate le ultime 10 nottate... in un baleno, sopraffatta da un sonno pesante che al risveglio non mi aveva affatto rimesso a nuovo.
Nist era uscito di buon ora con la valigia in mano e un "torno fra tre giorni... sono stanchissimo!.
Bene, pensai io... di male in peggio.
Udendo quelle parole, Clear fece una proposta ai ragazzi "oggi vi porto al mare...!!!"
"No nooooo.... io devo andare avanti!!!"
"Se non ti senti troppo sola mi porto via i bambini così libera da orari o da bambini da guardare ti concentri sulla rimessa".
Essia....
Mio padre arrivò alle 10 sul suo furgoncino ROSSO pronto a caricare l'impossibile.
Passammo il resto della mattinata a passare al setaccio altri 4 bauli prima di vedere finalmente la luce sulla vecchia rimessa e mia madre ci raggiunse all'ora di pranzo per cucinarci qualcosa.
Mancavo solo un baule, che io conoscevo bene perchè la nonna lo avevo dipinto di un colore che mi aveva accompagnato per qualcuna di quelle estati trascorse con lei: era BLU.
Era stato riposto nell'angolo in fondo della rimessa, forse per un motivo o solo una casualità? Questa domanda uscì dalla mia testa dopo averlo aperto e avere scoperto quello che conteneva. Lì per lì, quando mi rimase solo lui da aprire e settacciare, non rappresentava nulla di diverso dagli altri, tranne che per il fatto che era BLU.
Tanto per cominciare non aveva la chiave infilata nella serratura. Papà fu costretto a forzarla. Il contenuto era stato avvolto in un vecchio telo di stoffa lucida che io conoscevo benissimo: il taffetà e cosa ancora più singolare, quello scampolo era color lavanda.
Cosa contenesse quel baule si svelò presto ai miei occhi. C'erano tutti i miei ricordi di bambina. Bambole, quaderni, i travestimenti che mi confezionava la nonna, le mie ali da fata e... il consumato libro di Peter Pan.
Sulla prima pagina c'era una dedica che non ricordavo di avere mai visto "non smettere mai di sognare".
Sul fondo del baule c'era una busta bianca con su scritto: "per Taffy".
"Oddio....ci risiamo....... anche ora che non ci sei più devi continuare a stupirmi?"
Aprii quella busta e vi trovai dentro una lettera.
La lettera era scritta a mano e la calligrafia era uguale a quella della dedica sul libro.


"Cara Taffy, se arriverai a leggere questa breve lettera, per me significa che la mia vecchia casa blu è andata a te, come volevo.
Tuttavia, il mio vero tesoro, non è mai stata la piccola casetta blu a cui tu eri tanto affezionata.
Il mio vero tesoro, più affettivo che economico è sempre stato rappresentato dai miei innumerevoli bauli. Alcuni erano appartenuti a mio nonno, io li avevo ristrutturati e riportati in vita. Io ho sempre amato "il baule" e tutto quello che esso poteva rappresentare. E' uno scrigno meraviglioso che può contenere i ricordi di una vita. Nella mia, di vita, ne ho collezionati quasi 30 e se sei giunta a questo, quello a me più caro, perchè mi era stato regalato da mio padre quando ero bambina per contenere i miei di giochi, ciò significa che hai avuto modo di aprire tutti gli altri che lo nascondevano.
Questa lettera, pertanto, vuole essere il mio vero testamento.
Lascio a te, Tafetà la mia vecchia casa BLU, tutta la proprietà, questo baule BLU e tutti i 3 bauli contenenti tutte le mie collezioni vintage raccolte in una vita. Sono quelli con impresso sul coperchio una grande  "M" marchiata a fuoco. Questi bauli, sono per me i più cari e preziosi perchè contengono gli oggetti acquistati durante i miei viaggi.
Lascio a mio figlio e a tua madre gli 8 bauli antichi che erano del tuo trisnonno. Sono quelli che sul fondo interno hanno una "S", l'iniziale di mio nonno.
Lascio a tua sorella Fanny i 5 bauli del mio corredo. Mi auguro possa farne buon uso, perchè da bambina amava quei pizzi e le piaceva preparare la tavola con queste tovaglie e i vecchi piatti di fattura inglese.
Infine, lascio ad Alvy, tuo fratello, la mia raccolta di libri da bambini. Lui, è stato per me il miglior ascoltare al mondo e l'unico al quale li abbia letti tutti. Sono contenuti in 5 vecchi bauli che trovai nella piccola casa BLU quando la sistemai.
I bauli, come il loro contenuto, potrebbero avere un grande valore e mi auguro che in tempi bui, possano darvi una mano.
Ti abbraccio,
la tua nonna."


Quando finii di rileggere, per l'ennesima volta, ma questa volta davanti a mia madre, mio padre e i miei fratelli seduti al tavolo della mia cucina, il silenzio regnava ovunque. Fanny era in lacrime, mio fratello le tratteneva a stento e mia madre aveva lasciato la stanza già alla seconda riga.
"Papà.... meno male che ci siamo limitati a svuotare la rimessa. Se avessi anche buttato parte del contenuto di quei bauli non avremmo potuto rispettare queste ultime volontà di Maralyn".
"Eh già! Come al solito, lei era più avanti di noi."
Ci lasciammo con la promessa che ognuno sarebbe passato a prendersi i suoi bauli e così fu.
Mio padre non buttò mai quegli 8 bauli. Mia madre non glielo permise e nella grande casa dei miei genitori essi vi trovarono finalmente un posto, nelle 8 camere da letto. 8 bauli... 8 camere.... alquanto bizzarra la fatalità!
Fanny, invece, ne svuotò il contenuto che andò ad arricchire la sua collezione di tovaglie, pizzi preziosi e porcellane e vendette i bauli che le fruttarono parecchi soldi. Per lei fu il coronamento di un sogno perchè era stata dietro per anni alla nonna chiedendole di venderle parte del suo vecchio e inutilizzato corredo.
Mio fratello fece la cosa più ovvia. Nel suo negozio di libri creò una piccola biblioteca per bambini che riempì con i libri per bambini lasciati dalla nonna e con il ricavato della vendita dei bauli, comprò altri libri per bambini per arricchire ancora di più la sua già grande collezione.
Forse mio padre aveva ragione quando sosteneva che la nonna era sempre più avanti a noi. Perchè erano troppe le fatalità di questa strano testamento.
Quanto a me, rimasi dubbiosa per molto tempo circa il da farsi di quei 3 più 1 bauli. Feci valutare al figlio dell'antiquario del paese il valore di tutto, tranne che del "più 1". Ne uscì una cifra che andava oltre le mie aspettative e che avrebbe risolto non pochi problemi. Il solo baule contenente la collezione di gioielli Vintage potevano farmi chiudere il mutuo sulla casa. Ma come potevo liberarmi di questi tesori a cui la nonna teneva come un figlio?
L'estate finì in fretta, come era iniziata e la rimessa era ritornata quella vecchia "baracca" polverosa sul fianco del cortile che avevo aperto 3 mesi prima. Non l'avevo ridipinta, non l'avevo ripulita, l'avevo solo svuotata.
Quella sera di Settembre, io e Clear eravamo sedute sotto il portico.
Nico era fuori per lavoro, i bambini erano a letto.
"Maralyn non ti ha lasciato quei bauli perchè tu li lasciassi chiusi in quel vecchio scantinatto; lo so che hai passato l'estate con questo cruccio. Tu non mi dici nulla, non ne parli, ma la nonna non te li ha affidati.... te li ha lasciati. Sapeva che non ami i gioielli, sapeva che trovavi bizzarre e assurde le sue collezioni."
"Pensavo di contattare Paola, una vecchia conoscenza della scuola superiore. Lei è responsabile di un museo e potrebbe far valutare correttamente tutta questa roba e poi non voglio che finisca in mani sbagliate"
E così fu. Qualche giorno dopo, ma soprattutto, parecchie telefonate dopo, riuscii a mettermi in contatto con Paola che mi accordò un appuntamento.
Con Clear a badare ai bambini, partii alla volta della metropoli con una piccola valigia piena delle cose che reputavo più significative delle cose lasciate dalla nonna: un paio di parure vintage, un vestito color albicocca sempre vintage, delle posate sempre vintage, una lampada da tavolo, dei soprammobili, tutto vintage. Si insomma, tutto quello che ero riuscita a farci stare.
Paola mi accolse nell'ufficio del grande Museo. Era sempre la stessa. Sempre con lo stesso sorriso riservato e schivo che aveva a scuola.
"Alla fine mi hai cercata tu...  pensare a quante volte ti avevo chiesto di vederci, di risenirci..."
"Hai ragione, ma cosa avevamo da condividere? Avevamo intrapreso strade diverse e una volta esauriti i convenevoli di cos'altro avremmo parlato?"
"Comunque, convenevoli o altro, sono felice di rivederti. Fammi vedere cos'hai per le mani"
Paola rigirò tra le mani quegli oggetti per diversi minuti prima di chiedermi il permesso di assentarsi un attimo. Se ne uscì dalla stanza con un paio di orecchini.
Tornò qualche minuto dopo con un assegno con parecchi zeri e con la promessa che sarebbe passata a casa a vedere il resto di persona. Io vendetti tutto; mi rimanevano un baule blu ancora colmo di ricordi della mia infanzia, tre meravigliosi bauli ormai vuoti con impressa l'iniziale della nonna e un assegno di parecchi zeri.
Era una sera d'autunno, di quelle umide e pungenti che ti preannunciano l'inverno.
Finalmente, dopo parecchie settimane, Nist era di nuovo a casa.
"Possiamo, finalmente, dormire sonni tranquilli. Ho estinto il mutuo... tanto per cominciare"
"Sono felice per te, te lo meritavi"
"Sono io ad essere felice per te"
"Cosa intendi dire?"
"Ora, se lo volessi, potresti far avverare il tuo sogno"
"Taffy, sono i tuoi soldi, non ti chiederei mai una cosa del genere, hai già voluto chiudere il mutuo"
"Ma siamo una famiglia, i miei soldi sono anche tuoi"
"Non in questo caso. Su dai..... vado a letto. Sono stanco"
Caspita.... Nist mi aveva spiazzato. Quel sogno era in parte anche il mio perchè con gli anni lo aveva così talmente tanto coltivato di idee, alle quali mi aveva reso partecipe, che mi ero ritrovata,  un pò alla volta, a desiderarlo anche io. Terminai la mia tazza di tisana calda, spensi le luci della cucina e me ne andai a letto.
Peccato che non riuscii a chiudere occhio. Così due ore dopo scesi di nuovo in cucina alla ricerca di qualcosa di buono da mettere sotto i denti e che mi conciliasse il sonno.  Pane e latte... ecco cosa dovevo mangiare. Ero quello che Maralyn si mangiava durante le lunghi notti insonne che ormai erano diventate una quotidianità con l'avanzare degli anni.
Con una tazza di caldo e zuccherato latte  e grossi pezzi di pane mi posai con la schiena in un angolo della cucina per assaporarmi ogni boccone... ma la cosa bella fu che quella tazza di latte fumante accese la lampadina nel mio cervello. Me ne tornai a letto, rincuorata nello stomaco ma soprattutto nella mente e dormii sonni sereni.
La mattina seguente, dopo aver lasciato i bambini a scuola, telefonai a Nist.
"Dove sei?"
"A casa...."
"Non esci a correre visto che sei di riposo?"
"No... ho voglia di godermi il calduccio di casa e mia moglie. Fuori fa freddo. Tu a che ora rientri?"
"Sto arrivando.... aspettami nel mio studio. Ti devo parlare"
Esplose una sonora risata dall'altra parte.
"Nel tuo studio? Ma Taffy, tu non hai uno studio"
"Ti prego di non offendere la mia officina. Ci vediamo lì tra 10 minuti"
"Ma certo......."
Quando arrivai, Nist era già seduto sul divanetto color ecrù e aveva preparato per entrambi una tazza di caffè. Normale per lui.... deca per me.
"Non è una riunione di famiglia, nè tanto meno una chiaccherata amichevole. Voglio parlare di affari"
"Sentiamo"
"Voglio farti una proposta. Ho intenzione di fare mio il tuo sogno, visto che non vuoi saperne di prendere i "miei" soldi. E..... aspetta... non interrompermi, visto che sei tanto cocciuto e caparbio, vorrei assumerti come dipendenti. Io finanzio e dò una mano.... tu gestisci l'intera baracca. Ci stai?"
"Quando punti un chiodo sei peggio di....... non mi viene in mente nessuno peggio di te.... tranne tua nonna; hai pensato che abbiamo tre figli? E se le cose andassero male? Chi pensa a loro? Ora, almeno, ho un lavoro da schifo che mi fa correre a destra e a manca in giro per il mondo ma che se non altro è una certezza"
"Nist.... per favore.... non cominciare con queste paturnie. Mi hai sempre detto che non appena avremmo avuto i soldi avremmo estinto il mutuo e cercato di realizzare questo sogno. Non rovinare sempre tutto. Buttiamoci per una volta...."
"Buttiamoci? Ma Taffy...... sono passati gli anni in cui potevamo buttarci.... ora dobbiamo stare con i piedi per terra".
"ma Nist.... tutte le parole dette, tutti i sogni.... io a questi non rinuncio."
"tu non hai mai voluto rinunciare a niente se è per questo........"
"cosa insinui? che sono capricciosa? a me non basta sopravvivere.... io voglio vivere. Abbiamo tre figli, abbiamo una bella casa, ma non voglio pensare che tra 30 anni potrei avere i rimorsi di non aver provato, quando potevo, a realizzare un sogno. E poi, siamo stanchi di averti con il contagocce. Che rischio corriamo? Quello di perdere i soldi che investiremo su questa cosa? Ben venga..... ma se non altro starai finalmente con noi. E' vero che ora abbiamo la sicurezza, ma non abbiamo te!"
Nist abbassò gli occhi......
"scusa...... ma i cambiamenti, come le responsabilità, mi spaventano......."
"fai le tue considerazioni.... pensaci.... con o senza di te, io mi butterò in  questa impresa.... mi trovi di sotto"
Non ci parlammo per l'intera giornata, e la mattina successiva nemmeno... Consumammo una colazione veloce, io portai i bambini a scuola, lui uscì al lavoro e tutto questo senza nemmeno salutarci.
Rientrai a metà mattina con le borse della spesa cariche, e fradicia da capo a piedi per colpa del temporale.
Quando varcai la soglia della porta, Nist era lì, seduto al tavolo della cucina.
"Ma cosa ti è successo?"
"Cosa è successo a me? Cosa è successo a te? Sono le 10 del mattino. Che ci fai a casa?"
"Ho dato le dimissioni.... e se mi tieni forte la mano, mi butto con te.. nel sogno"
Ma questa è un'altra storia.

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